G. K. Chesterton, saggista, romanziere e poeta inglese, in TremendousTrifles, ha scritto che stare a letto sarebbe un'esperienza completamente appagante se solo uno avesse una matita colorata abbastanza lunga per disegnare sul soffitto. Mi viene in mente una lezione ricevuta dal mio maestro quando ero ancora molto piccola e che suonava più o meno così: l'inferno è una bassa tavola imbandita, carica di dolciumi e idromele, un festino a lume di candela; malauguratamente, però, le persone che vi si trovano sono sedute su sedie altissime, da cui non possono raggiungere la tavola, e per nutrirsi non hanno che posate troppo lunghe - una scena di fame, tortura e tentazione. Passiamo al paradiso e cosa vediamo? Le stesse sedie altissime, con la bassa tavola imbandita, ma con una differenza significativa: coloro che si sono ritrovati in paradiso sono felici e soddisfatti, perché usano le lunghe posate per sfamarsi l'un l'altro (magari approfittandone per fare amicizia). La scena è la stessa, la prospettiva del tutto diversa.

In una camera da letto ci sono un pavimento, un letto, quattro pareti (che potrebbero anche non esserci). Tutto qui. Eppure questa semplice combinazione di elementi può dar luogo a innumerevoli varianti. La maniera in cui ciascuno da forma al suo nido notturno e il grado di soddisfazione che si prova stando a letto sono il frutto del nostro modo di considerare il sonno e la stanza in cui dormiamo. Per alcuni la camera da letto è un rifugio, per altri un luogo di contemplazione, per molti un luogo dì condivisione, ma sempre dovrebbe regnarvi la generosità.
Il termine può essere riferito alle dimensioni, al panorama o alla presenza dì un bagno privato. Inoltre, cosa ancora più importante, solo un lato del letto dovrebbe essere adiacente alla parete, in modo che sia facile accedervi. Una camera da letto deve favorire l'azione (andare a letto) e l'inazione (dormire) nonché, si spera, qualcos'altro, un momento romantico o quanto meno la lettura di un buon libro. Immagino che il letto di Chesterton fosse confortevole, perché l'idea di disegnare sul soffitto può nascere solo quando non c'è altro a cui pensare, in un momento di distacco completo dalla vita quotidiana, che solo un letto ben progettato e un materasso
molleggiato (allora, imbottito) possono procurare.

La camera da letto è più intima di qualsiasi altra stanza, pensino del bagno, tant'è vero che spesso gli ospiti vedono il bagno ma non la camera da letto. Qui i dettagli sono in genere molto personali. Quadri e specchi sono posti all'altezza degli abitanti della casa, più che a un'altezza media. Inoltre chi possiede molti abiti può essere generoso nel sistemarli, poiché lo spazio nella camera da letto gli appartiene interamente o è condiviso, si spera, con qualcuno cui si vuole tanto bene da essere disposti a qualche sacrificio.
Mìo marito, che di mestiere fa il designer, non riesce a tenere in casa arredi di sua creazione per più di una settimana. Sono arrivata al compromesso di accettare il continuo va e vieni di oggetti, in particolare in camera da letto, a patto che lui occupi ogni volta solo lo spazio svuotato. Bisogna pur venirsi incontro, in camera da letto più che altrove. Nessuno di noi disegna sul soffitto, eppure stiamo bene, consapevoli che dove regna la generosità la felicità non può mancare.