È evidente che ai fini degli impatti ecologici globali la gestione domestica riveste un'importanza cruciale: basti pensare la dimensione che possono assumere, moltiplicati per milioni e milioni di volte, i semplici piccoli sprechi quotidiani. Lo stesso vale in positivo: la cura delle piccole cose, giorno dopo giorno, è capace di indurre drastiche riduzioni della quota di inquinamento che si riversa sul pianeta.
Anche in rapporto a questo assunto, perciò, emerge la crucialità del ruolo dei progettisti e delle industrie nel predisporre all'origine le migliori opportunità per una gestione corretta. I primi impostando i loro progetti nel modo più efficiente e fornendo i sistemi di controllo energetico più semplici e affidabili (programmatori, temporizzatori, termostati e così via), i produttori di apparecchiature per impianti e di elettrodomestici ricercando le soluzioni sempre più avanzate per ottenere, da un lato, superiore incisività d'azione dei loro prodotti, dall'altro, riduzione dei consumi e delle emissioni.

Altrettanto evidente è il ruolo degli abitanti, che in prima persona possono orientare i gesti di tutti i giorni in senso dissipativo oppure conservativo e attento. Perciò, allo scopo di non gravare inutilmente sul degrado generale con sbagliate abitudini, è importante instaurare abitudini nuove alla luce di conoscenze recenti e anche reintrodurre conoscenze tradizionali.
A questo proposito c'è da osservare il peso che assume in particolare la parte femminile degli abitanti. Infatti, che piaccia o meno, la gestione della casa è ancora in tutto il mondo principalmente affidata alle donne. Questa consue-tudine (oltre ai vincoli sgradevoli e discriminanti o alle gratificazioni che può comportare) implica una responsabilità e un margine di incidenza sulla conservazione dell'ambiente molto più alti di quanto loro stesse possano percepire nella semplice addizione degli atti quotidiani. Si da per inteso che alle donne spetti una miriade di compiti dati per scontati, non riconosciuti se non marginalmente, che hanno un alto onere specie assommati alla quota di lavoro "ufficiale" profusa nella professione. Ma l'abilità di gestire le difficoltà di questo "insieme" rivela una speciale capacità organizzativa che le donne sembrano avere capitalizzato quasi come qualità genetica, retaggio di millenni di attività domestiche interiorizzate.

Queste considerazioni non sono da sottovalutare in quanto queste attitudini possono divenire un potente strumento di difesa dell'ambiente al servizio di tutti. La gestione ecologica dell'attività domestica, infatti, ha l'immediato triplice effetto di ridurre l'impatto ambientale, di contenere i costi della vita e della manutenzione, di garantire un ambiente più sano agli abitanti della casa. La maggioranza dei concetti ecologici, del resto, sono sem piici elementi di una conoscenza che fa parte del sapere femminile tramandato, fatto di infinite notizie collegate fra di loro, finalizzate all'economia della casa e intrinsecamente volte a obiettivi "antientropici": sfruttare ogni avanzo, controllare ogni rifiuto, proteggere la salute e prevenire squilibri, trasformare ogni disordine in armonia, finalizzare ogni atto alla formazione dei figli.